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Intervista al dott. Nicola Bianco, otorinolaringoiatra presso la Casa di Cura S. Rita.

18 Settembre 2012

Il periodo invernale è uno dei momenti dell’anno di maggiore stress per le alte vie aeree; orecchio, naso e gola, infatti, sono sottoposti agli accidenti conseguenti alle basse temperature o a condizioni di vita e di lavoro che rendono difficile il cautelarsi adeguatamente rispetto al freddo, all’umidità o agli sbalzi di temperatura. Di questo parliamo con il dott. Nicola Bianco, otorinolaringoiatra presso la Casa di Cura S. Rita di Atripalda e organizzatore del recente convegno di studi sulla “Chirurgia endoscopica in otorino laringoiatria e rinosettoplastica” che ha riunito nella cittadina del Sabato il gotha della chirurgia italiana.

Domanda: Dott. Bianco quali sono le principali patologie che colpiscono il naso?

Risposta: «Il naso è colpito da patologie che portano a un’ipertrofia di alcune strutture come, ad esempio, i turbinati. Ecco che possiamo avere delle riniti su base virale, ma anche allergica o batterica, rinosinusiti fino ad arrivare a patologie più complesse come i polipi e le formazioni neoplastiche che si formano nel naso, nei seni paranasali e nel basicranio. Il naso è una struttura complessa, una “sfinge” come hanno detto alcuni miei compianti colleghi; il trattamento di queste patologie come la deviazione del setto nasale, l’ipertrofia dei turbinati, fino all’ingresso dei seni paranasali. Questi ultimi sono come delle “camere” che danno accesso a un “salone” che è il naso, ebbene alle volte le “porte” di queste “camere” si ostruiscono e allora è necessario ricorrere alla chirurgia endoscopica che, appunto, introducendosi dentro queste cavità le libera. In passato gli accessi ai seni paranasali erano esterni, con interventi molto traumatici e grosse cicatrici esterne, oggi fortunatamente non è più così, riusciamo a essere molto “radicali” internamente ma poco “demolitivi” esternamente. La chirurgia endoscopica è la rivoluzione, alcune patologie neoformative tumorali del basicranio anteriore sono oggi aggredite dal naso, a volte solo dal naso se le dimensioni non sono grandi. Questo, in un certo senso, l’hanno insegnato gli antichi Egizi che, per mummificare i loro faraoni, estraevano il cervello del defunto proprio dal naso”.

Domanda: L’intervento quando è necessario?

Risposta: “L’intervento ovviamente è l’extrema ratio dopo un atto medico che, però, non abbia dato adeguate risposte per il paziente. Nelle deviazioni del setto nasale, ovviamente, non si può che intervenire chirurgicamente, si tratta di una struttura rigida che non può essere modificata con alcun farmaco. In questo tipo d’intervento, che io realizzo alla Casa di Cura Santa Rita, posso evitare il “tamponamento nasale” che dona al paziente un post-operatorio meno traumatico”.

Domanda: A parte gli eventi traumatici, quando si può pensare a una deviazione del setto nasale?

“I sintomi possono essere lacrimazione, rinorrea, difficoltà respiratorie, rinorrea purulenta se c’è associazione con una rinosinusite. La radiologia è importante, essa oggi è solo però Tac e Risonanza magnetica, la vecchia radiografia fa ormai parte del passato per questo distretto corporeo”.
Le allergie sono un’altra grande causa di fastidio per tantissimi pazienti.
“Le allergie derivano da una risposta immunitaria eccessiva rispetto a determinati stimoli e comportano l’ingrossamento di alcune strutture come i turbinati inferiori. La chirurgia di queste parti è ambulatoriale, non richiede alcun tamponamento o disconfort post-operatorio. L’allergia, inoltre, può provocare nel tempo una rinosinusite allergica, con la formazione di una sinusite che, inizialmente, è acuta, poi si cronicizza con la possibile comparsa di formazioni neopolipoidi sulle quali è necessario intervenire chirurgicamente con l’endoscopia”.

Domanda: Quando invece si può pensare di essere di fronte ad una sinusite?

“Se essa è acuta, allora darà luogo a determinati sintomi anche importanti come il dolore nell’emifaccia, cefalea, e allora va trattata farmacologicamente con antibiotici o cortisonici. Se poi si cronicizza, si diagnostica con una TC paranasale che evidenzierà opacizzazione dei seni paranasali, anche nella fase di diagnosi sarà importante l’endoscopio. Il naso è un distretto buio, una cavità, se non uso una telecamera, alcuni distretti non li potrò mai osservare”.

Domanda: Nei bambini come si diagnostica la deviazione del setto nasale?

“I bambini, purtroppo, vanno incontro a traumi al naso già durante il parto attraverso il coccige e il sacro della madre. In passato il setto non si toccava fino ai diciotto anni, oggi si può trattare, ovviamente solo nei casi in cui la respirazione è difettosa e per evitare che il piccolo respiri con la bocca. Ovviamente bisogna preservare le strutture ossee del setto, dove sono presenti i punti di accrescimento, con interventi mininvasivi, perciò, si potrà correggere la deviazione”. A settembre il convegno da lei coordinato alla Casa di Cura S. Rita ha avuto un grandissimo successo, si prevede la seconda edizione? “Abbiamo avuto il piacere e l’onore di ospitare il prof. Paludetti, l’otorino di Papa Giovanni Paolo II, e altri luminari tra cui il mio primario a Roma prof. De Vincentis, il prof. Castelnuovo e altri nomi di eccezione. Abbiamo fatto anche della “live surgery”, interventi in diretta video, che sono stati molto apprezzati dai tanti discenti intervenuti. Ho il piacere di annunciare che il prossimo anno, nel mese di ottobre, la Casa di Cura S. Rita ospiterà la seconda edizione di questo importante evento formativo, per il quale ci stiamo giù muovendo per avere un parterre di relatori ancora più interessante e incrementare gli interventi in diretta. Per noi medici, giovani e meno giovani, è veramente importante uscire dagli studi, per confrontarsi e crescere sempre nella professione”.


dr. Nicola Bianco, otorinolaringoiatra presso la Casa di Cura S. Rita.

Ufficio stampa | Antonella Russoniello – 33838136

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